Il Gaglioppo, detto anche "Magliocco" o "Mantonico nero", è il vitigno che la fa da padrone nella produzione del Cirò rosso, anche se raramente vengono utilizzate le uve trebbiano toscano e greco che in vigna non devono superare il 5% del totale, e questa composizione molto simile a quella utilizzata per il Cremissa autorizza a pensare che realmente il Cirò è il discendente in linea retta del Cremissa, così amato dai popoli della Magna Grecia.
Mantenendo le stesse percentuali di uve diverse, anche se probabilmente sarebbe più giusto considerare il Cirò un monovitigno piuttosto che un uvaggio viste le bassissime percentuali di uve diverse dal galioppo, lo stesso può assumere la tipologia "Rosato" quando viene vinificato con una tecnica definita "parzialmente in bianco", mentre assume la tipologia "Rosso" quando viene vinificato "in rosso". Per quanto riguarda la tipologia "Bianco", questa viene ottenuta da uve Greco bianco con eventuali aggiunte di Trebbiano toscano fino ad un massimo del 10%.
Il Cirò si può definire "Classico" solo quando le uve provengono dalle vigne situate nei comuni di Cirò e Cirò Marina, mentre la produzione del vino a Doc comprende anche i territori dei comuni di Melissa e Crucoli. Con un periodo di invecchiamento di 3 anni ed una gradazione minima del 13,5%, il rosso può portare la qualifica di "Riserva".
|