l'Autore
EGIDIO MEZZI
Nato nel 1938 a Cirò (Crotone), dove risiede,
ha esercitato fino al 1994 la sua attività di insegnante di Lettere nella locale Scuola Media "L. Lilio".
Studioso di storia locale, da anni svolge una intensa attività di ricerca storica sul suo paese. Ha pubblicato:

Fragalà, stampa a cura di Paolo Ruggiu, Catanzaro 1988.

Cirò, guida storica, artistica, monumentale, Sinefine Edizioni, Catanzaro 1989.

Cirò, proverbi e canti popolari, Studio Immagine Futura, Belvedere Spinello 1991.

Cirò Dotta, figli illustri di Cirò e Cirò marina, Studio Immagine Futura, Belvedere Spinello 1992.

Il Santuario di Madonna d'Itria nella leggenda e nella storia, Napoli 1993.

Cirò, frammenti di storia, Studio Immagine Futura, Belvedere Spinello 1994.

Pubblicazioni

Il CROTONESE Libri

Nel saggio di Mezzi le biografie di personaggi noti e meno noti
La 'dotta Cirò' ed i suoi figli

L'archeologo francese Francois Lenormant annotava nel secolo scorso nella sua monumentale opera. "La Magna Grecia" - tradotta ed ampliata agli inizi degli anni Trenta di questo secolo dallo studioso crotonese Armando Lucifero - che Cirò "non ha alcun posto nella storia. Il suo titolo d'onore - continua Lenormant - è di essere la patria dell'astronomo e medico Luigi Giglio…, l'autore della riforma del calendario Gregoriano".
Lo studioso francese non aveva tutti i torti eppure sfogliando il nuovo volume di Egidio Mezzi, Cirò dotta. Figli illustri di Cirò e Cirò Marina, Studio Immagine Futura, pp.410, £. 30.000 vediamo che oltre a Liugi Giglio (1510 - 1577), Cirò ha dato i natali nel corso dei secoli a numerosi altri personaggi che, pur non avendo intrapreso studi utili l'intera umanità come quelli di Luigi Giglio, certamente hanno contribuito all'emancipazione culturale della piccola comunità rurale.
Non a caso maestro dei fratelli Giglio fu Gian Teseo Casoppero, anch'egli cirotano, autore di pregevoli opere in latino pubblicate tra il 1527 ed il 1535 addirittura a Venezia. Nel 1651 poi Cirò diede i natali a Elia Astorini, un intellettuale di fama europea che delle contraddizioni della sua epoca fece la sua stessa ragione di vita: dopo aver vestito infatti l'abito carmelitano, si recò in Svizzera dove aderì alla riforma protestante; a Marburgo insegnò filosofia e divenne vice prefetto dell'Università; nel 1686 conseguì la laurea in medicina a Groninga (Olanda), si recò quindi in Germania e infine, pentito, fece ritorno in Italia nel 1689 per rivestire l'abito carmelitano.
Personaggio moderno, dalla vita romanticamente avventurosa, Astorini non differisce però molto da quelli che hanno preferito operare nel loro piccolo centro. Mezzi li ha rintracciati tutti e di tutti parla con passione, fornendo brevi cenni biografici corredati da ampi estratti delle loro opere.Ma dove Mezzi si sofferma di più è sui personaggi di questo secolo. Secolo per Cirò ricco di fermenti culturali e inauguratosi già sul finire dell'Ottocento con la pubblicazione del periodico di notizie locali "La Voce di Cremissa" stampato dalla tipografia Liotti. In questo clima intellettualmente vivace si formano numerose personalità, quali il poeta e scrittore Luigi Siciliani (1881 - 1925), che proprio nel suo paese natio ambientò il suo fortunato romanzo "Giovanni Francica", che ricevette all'epoca il caloroso consenso della critica. Fratello di Luigi fu il generale Domenico Siciliani (1979 - 1938), ricordato come l'autore materiale del Bollettino della vittoria della guerra contro l'Austria del 1951 - 18, firmato dal generale Armando Diaz. Domenico Siciliani ha ricoperto anche il prestigioso incarico di governatore della Cirenaica.
E molti sono ancora gli intellettuali che hanno contribuito al progresso sociale e civile della comunità cirotana, quali ad esempio il notaio Francesco Fortunato (1877 - 1978), che all'inizio del secolo ricoprì per molti anni la carica di sindaco del comune.
A Cirò Marina nacque anche, nel 1898, Giuseppe Gangale, un intellettuale la cui importanza si sta riscoprendo proprio in questi ultimi anni. Il travaglio percorso spirituale e culturale di Gangale e in proposito rappresentativo delle contraddizioni di questo secolo: dal cattolicesimo approda all'ateismo e successivamente al protestantesimo, divenendo addirittura "l'araldo del nuovo protestantesimo italiano".
Viaggiò molto per l'Europa e studiò le lingue ed i dialetti delle minoranze etniche europee. Divenne cittadino tedesco (1938) e successivamente cittadino danese (1956).
Ricoprì per vari anni la cattedra di glottologia all'Università di Copenaghen. Morì in Svizzera nel 1978.
Altra personalità di rilievo, scomparsa di recente, è Ilio Adorisio (1925 - 1991), ingegnere, professore universitario, "padre" del piano dei trasporti italiano e di quelli di molti paesi stranieri, economista, che è approdato negli ultimi anni a studi di antieconomica, divenendo in breve uno degli studiosi italiani più autorevoli e accreditati all'estero di questa nuova disciplina.
Numerosi poi sono i personaggi illustri viventi, per i quali rimandiamo senz'altro all'ampia trattazione del volume di Mezzi.
Proprio per questo l'opera di Mezzi, laddove tenta di colmare talune di queste lacune, appare meritoria e può rappresentare una ottima guida per chiunque voglia approfondire ancora di più gli studi sulla sua "piccola patria".

ANSELMO TERMINELLI


Il Crotonese, 11 - 14 settembre 1992, N°66
Nella raccolta di biografie dello scrittore Egidio Mezzi
La Cirò "dotta" si racconta


Instancabile nel coltivare la sua passione storiografica, il prof. Egidio Mezzi, scrittore, giornalista pubblicista ed insegnante per lunghi anni nella scuola media "Luigi Lilio" di Cirò, è presente oggi nelle librerie con la sua ultima produzione letteraria: "Cirò Dotta". Costantemente alla ricerca di vedersi svelati i misteri del passato, di trovare prova tangibili alle tesi o alle mere ipotesi, Mezzi ha dedicato ancora in numerose biblioteche e di testarde insistenze per accedere negli archivi di famiglia (fin troppo) gelosamente custoditi. "Cirò Dotta" è una raccolta di biografie di tanti, anzi tantissimi, e per questo ancora più interessante, "figli illustri di Cirò e Cirò Marina". Accanto a personaggi ben noti, quelli sconosciuti, dei quali i documenti reperiti conservano solo brevi cenni della vita e delle opere o l'indicazione del luogo di nascita: "Ypsicron, Psycrò o l'odierna Cirò". L'opera non è certo una monotona elencazione dei personaggi, grazie alla prosa leggera e scorrevole, e la lettura è piacevole.
La ricchezza dei particolari citati sorprende ed incuriosisce. Il racconto di quelle vite o semplici frammenti di esse, racchiuse in rapide frasi aprono degli squarci, anche se piccoli ed irregolari, sui vari periodi storici interessati. La cultura, le vicende economico-sociali, l'evoluzione scientifica della varie epoche nuotano e condizionano l'esistenza dei personaggi e da loro subiscono un condizionamento poiché uomini nati a Cirò dotati di grosse capacità, ora intellettuali, ora scienziati, riuscirono ad imporsi all'attenzione anche internazionale, ricevendone plausi e riconoscimenti.
A volte invece l'oblio del tempo e l'ingiustizia umana li ha dimenticati: è il caso di Luigi Lilio, astronomo, matematico, autore della riforma dei calendari, nota come riforma gregoriana, dal nome del papa che, nel 1582, sentito il parere dei grandi dotti del tempo, emanò la riforma. Qualche anno prima,.nel 1577, il fratello Antonio, aveva portato a Roma un livello contenente le teorie di Luigi, già deceduto, Lilio era riuscito dove altri per secoli avevano fallito: elimina lo squilibrio di 10 gironi rispetto all'anno solare ed elabora il sistema per determinare in maniera perpetua la data della Pasqua. Il libro permette di scoprire, inoltre, che la vita sociale e culturale del paese di Cirò era incredibilmente attiva. Molto seguito il cinema ed il teatro negli anni trenta quando inizia le sue prime rappresentazioni Manlio Pignatari (nato a Cirò Marina).
Ben 24 calzolai, 16 sarti, 1 confettiere, 6 cretaiuli lavorano con profilo a Cirò, secondo quanto scrisse lo storico cirotano Giovan Francesco Pugliese, nel 1849, nella sua "Descrizione ed istorica narrazione dell'origine e delle vicende politiche di Cirò", segno che il paese era non solo un grosso centro ma un punto di riferimento nell'area della Calabria nord occidentale.
Si scoprono personalità eclettiche è particolari come Mario Dottore, filantropo, rabdomante, inventore insieme a Salvatore Astorino, patriota nella II guerra mondiale; o come Ilio Adorisio recentemente scomparso: ingegnere, sociologo, scrittore e ancora Giovan Francesco Sculco, educatore ed esperto di tiflo-pedagogia, Mario Fortunato, scrittore, redattore del settimanale Espresso (Cirò M.) Antonello Ricci, musicologo, Giuseppe Gangale, glottologo (Cirò Marina) straordinariamente capace di apprendere le lingue ed appassionato studioso della cultura e della lingua delle minoranze etniche europee.
Poiché le prepotenze non furono mai ben accette dalle parti di Cirò risulta essere nato proprio "a Ipsicro, verso il 1237" il fomentatore e la guida della rivolta antiangioina, scoppiata dopo la decapitazione a Napoli del giovanissimo Corradino di Svevia, nel 1268: è un certo Rinaldo, condannato a morte dopo una strenua lotta sostenuta contro Carlo di Angiò. Più tardi nel XVIII secolo, nel contrastare il potere feudale si distinse il letterato giurista Francesco Franza. Comune per tutti personaggi ma nota l'emigrazione, talvolta desiderata, per sfuggire al piccolo sito, così ristretto per uomini dalle capacità e idee così vivaci, talvolta invece via obbligata.
Nel testo si alterna il racconto di esistenza semplice ed austere, anche se ricche di fermento interiore, a quelle irrequiete, alla ricerca più che di affermazioni esteriori, della pura realizzazione di sé. Ogni biografia è corredata da immagine e foto, quando possibili documenti ed una breve antologia di opere dell'autore. Un modo questo per iniziare una conoscenza.

MARGHERITA ESPOSITO



   
Frammenti di storia
Storia di una "piccola patria" attraverso le fonti originali
Frammenti da Cirò

"Cirò. Frammenti di storia" di Egidio Mezzi, edito recentemente da Studio immagine futura di Belvedere Spinello, è una raccolta di fonti storiche sul territorio carotano, riportate senza alcun commento dall'autore. Mezzi, cultore di storia della sua terra di origine, ha pubblicato fino ad ogni diversi volumi sull'argomento, proponendosi l'obiettivo finale di portare a termine l'impresa di una storia cirotana completa.
Modo di operare, questo del Mezzi, niente affatto casuale, in quanto a tutt'oggi la storia di Cirò è densa di numerose lacune, che solo la ricerca di fonti dirette potrà colmare. Il generale, sono molte le difficoltà che si incontrano allorché si intende ricostruire la storia di una piccola comunità che nel corso dei secoli ha svolto un ruolo si dignitoso, ma non certo di spicco nell'ambito del suo comprensorio. È estremamente difficile infatti che ad un centro di così limitata importanza venga rivolto un interesse diretto da parte degli storici militanti, i soli che hanno la possibilità di accedere, attraverso le università o istruzioni culturali, a finanziamenti pubblici o privati per portare a termine le loro ricerche. Così queste piccole cittadine "piccole patrie" secondo la definizione di Cattaneo per vedere ricostruire le proprie memorie storiche, devono affidarsi soltanto all'amore e alla curiosità di qualche professionista locale, che investe per le ricerche, secondo le proprie possibilità, denaro e tempo.
E bisogna constatare purtroppo che ci sono ancora dei cultori di queste storie locali che, ignorando la consultazione di fonti dirette sicuramente non per superficialità, ma per sostanziale scarsezza di mezzi si accingono a scrivere la storia della propria cittadina rifacendosi a testi, sempre di storia locale, ormai vecchi e superati. Finendo spesso, nel silenzio delle fonti, per colmare il periodo storico lacunoso con proprie fantasistiche ricostruzioni. Col risultato di comporre, in pratica, una storia della località del tutto personale, millantando interpretazioni spesso largamente superate da serie ricerche storiche successive e inficiando quindi il valore storico del lavoro.
Non è questo il caso di Egidio Mezzi, che da anni sta seguendo, tra molte difficoltà, un serio lavoro di ricerca di cui questo suo ultimo libro rappresenta una tappa significativa, vale a dire quella di trattare la storia cirotana solo attraverso il reperimento e la pubblicazione delle fonti dirette.
Del resto la storia di Cirò non è mai stata affrontata in modo completo e organico da nessun centro di ricerca. Tralasciando quanto è stato scritto a livello locale che si risolve per lo più in una esaltazione del tutto superficiale del solito ruolo prestigioso della "piccola patria" Cirò ha suscitato un discreto interesse tra gli studiosi per il fatto di aver ospitato, nel periodo della Magna Grecia, una comunità di elleni denominata Krimisa e per aver dato i natali a Luigi Giglio o Lilio, autore della riforma del calendario usato fino ai nostri giorni, attuata nel 1582, sotto il pontificato di Gregorio XIII.
Nell'insieme comunque Cirò ha svolto nei secoli un ruolo non trascurabile nella storia comprensoriale e regionale in quanto il suo territorio ha registrato una presenza umana continuativa dalla preistoria ai nostri giorni. E questo rimane un fatto importante, in quanto è documentato archeologicamente come avviene solo per poche località.
Tornando al nostro discorso, i "Frammenti" di Mezzi si riferiscono in gran parte al periodo che va dal Cinquecento all'Ottocento. Di questi quattro secoli Mezzi ci fornisce, con molti documenti, ma anche con brani scritti da altri studiosi, un quadro abbastanza soddisfacente e in un certo senso inedito.
Degna di nota ad esempio la pubblicazione anastatica del breve "Compendio", in cui Luigi Lilio ha illustrato le sue proposte di riforma del calendario. Ed interessanti anche i biglietti manoscritti di un altro nostro illustre coetaneo.
Elia Astorini (1651 - 1702), conservati nell'archivio di Stato di Marburg (Germania), città dove insegnò presso la locale accademia nel biennio 1685 - 86.
Gli sforzi e la ricerca di Mezzi sono stati veramente eccezionali anche a livello locale, dove gli è stato permesso di consultare non solo l'archivio comunale e quello della parrocchia di S. Maria de Plateis, ma anche gli archivi privati di alcune famiglie che vivono a Cirò da molte generazioni.
Sforzo questo che ha portato a dei risultati che restano però, nonostante i buoni propositi, ancora limitati e incompleti proprio a causa della scarsità oggettiva di documenti. "Durante i secoli - scrive Mezzi a proposito dell'archivio comunale - i locali della casa comunale sono stati ripetutamente danneggiati da incendi, disordini, tumulti popolari che hanno distrutto o disperso gran parte dei registri e delle carte nella confusione del momento. Dei documenti che avrebbero potuto rappresentare elementi essenziali della vita della nostra comunità non rimane perciò nulla tranne poche carte non ordinate né classificate". Dopo questa significativa denuncia Mezzi dichiara che nel municipio, "tra le scartoffie si salvano 15 registri di deliberazioni della giunta del consiglio comunale che vanno dal 1913 al 1963" e aggiunge: "li riporto, elencandoli, con l'augurio che nel futuro non vadano anch'essi perduti per incuria generale".
Un dignitoso lavoro di recupero e riordino, questo del Mezzi, che si segnala quindi per la serietà degli intenti e dell'impegno, nello sforzo di fornire connotati più precisi e attendibili alla storia della nostra "piccola patria".


ANSELMO TERMINELLI
   
CIRÓ
GUIDA A STORICA - ARTISTICA - MONUMENTALE
Ecco ciò che accomuna i due centri
Chiamami…Cirò
Dal mare alla collina
Due paesi, un'unica radice storica

Richiami mitici e leggendari
infatti, come lo stesso Mezzi precisa nell'introduzione, "le due popolazioni hanno uguali radici storico-culturali perché vissero per secoli una comune vita".
Sembra ormai preistoria quel drammatico 10 maggio 1950, festa del patrono, San Cataldo, che vide le due comunità scontrarsi e perdere ambedue di fronte all'opinione pubblica. Oggi invece il volume di Mezzi interviene a risaldare questa spaccatura, riproducendo sulla copertina un disegno di un valente artista autodidatta ciromarinese, Emilio Frangone, e dedicando interamente l'ultima parte del libro a Cirò Marina.
Il lavoro è impostato in maniera semplice e originale: attraverso le strade, le contrade ed i più significativi monumenti e chiese cirotani, l'Autore paria del personaggio a cui è intitolata quella via, o dell'evento storico in cui si trova coinvolta la contrada, il monumento o la chiesa.
Attraverso richiami mitici e leggendari, e con l'ausilio della storia, dagli albori ai nostri giorni, Mezzi intende sottolineare come quelle vicende siano state vissute da uno stesso popolo, costretto ora ad abitare la costa, ora a rifugiarsi sui monti.
Così, quando cadde nell'oblio la leggendaria Chone, città degli Enotri, sorse sulla costa la greca Cremissa.
E dopo Cremissa, il popolo ritornò in collina: nacque così Ypsicron. Ma Antonio, legato imperiale dei primi secoli dell'era cristiana, nel suo itinerarium, segnala nel territorio carotano una città di nome Paternum, sede vescovile. Paternum ben presto scomparve mentre Ypsicron, riparata e nascosta tra le colline, continuò ad essere il centro più importante di tutto il comprensorio.
Così da Ypsicron, nel corso dei secoli, per successive elisioni e trasformazioni fonetiche, derivò Psicron, Sicrò, Zirò, e infine Cirò.
Tutto questo, come ricorda Mezzi, è stato scritto nel 1843 nella chiesa di Santa Maria de Plateis: "Ypsikron, - Krimisa - Paternum - post ed nunc Cirò". Chone, Cremissa, Paterum, Ypsicron, Cirò e Cirò Marina: nomi diversi che si identificano con il cammino di uno stesso popolo sulle vie del mito e della storia.
Così, alla semplice attività manuale che fu determinante per il progresso economico della piccola comunità, si affiancò l'attività speculativa e intellettuale, che assicurò a questo microcosmo di gente umile una parte attiva nella storia delle conquiste sociali. Si può citare ad esempio il carotano Luigi Giglio (o Lilio, come era uso in quel tempo latinizzare i nomi) che nel 1582 riformò il calendario gregoriano, cioè il calendario che utilizziamo oggi per misurare il tempo.
Nel numeroso elenco di personaggi nati nelle contrade cirotane troviamo asceti della levatura di San Nicodemo abate (x sec.) oppure intellettuali come Luigi Siciliani (1881 - 1925).
E Mezzi cita ancora, in quanto sono loro dedicate alcune strade cittadine, il noto uomo politico Vittorio Pugliese (1905 - 1965), Stefano Pugliese (1901 - 1978), medaglia d'oro al valor militare, il latinista Gian Teseo Casoppero (XVI sec.) e l'intellettuale frate Elia Astorini (1651 - 1702).
Ma l'elenco potrebbe continuare con altri autorevoli nomi che non hanno ancora avuto dedicata una strada, come Giuseppe Gangale (1895 - 1978), protagonista della cultura europea di questo secolo; Francesco Fortunato, insigne figura di politico e intellettuale che ha contribuito in maniera esemplare al progresso civile e sociale della comunità; e ancora Domenico Siciliani, prestigioso esponente delle forze armate italiane, redattore, fra l'altro, del bollettino della vittoria del 1918.


Una valenza turistica e culturale Un agile manuale, questo, attraverso cui Egidio Mezzi conduce il lettore negli angoli più nascosti delle nostre contrade, rispolverando "segreti" che l'oblio aveva velato e ridandoci una chiara visione de nostro passato. Ma il libro di Mezzi è anche qualcosa di più: un invito ad abbattere i campanili per riscoprirsi componenti di uno stesso popolo.
E perché non di uno stesso Comune?
Uno stesso Comune ed un'unica amministrazione comunale che potrebbe esaltare la naturale vocazione dei due centri, incentivandone la valenza turistico-culturale in vista di traguardi comuni.


ANSELMO TERMINELLI
CIRÓ
PROVERBI E CANTI POPOLARI
Trascritti nel dialetto originale
RECENSIONI
Rifiorisce il vernacolo con le recenti pubblicazioni di
GIUSEPPE FERRARI e di EGIDIO MEZZI

Due opere, sotto certi aspetti parallele, da leggere con impegno e curiosità investigativa.

È una raccolta di proverbi, motti, modi di dire, indovinelli, imprecazioni, preghiere e canti popolari offerte in piacevole lettura con l'ottima, concettosa e corposa prefazione del prof. Vincenzo Orioles, ordinario di Linguistica Generale all'Università degli Studi di Udine. Si tratta di una carrellata gioiosa su un mondo arcaico che qua e là ancora traspare nella cultura del nostro tempo.
Ed è il tentativo dell'autore, che propone il tutto in chiave letterale e semantica, per renderlo più accessibile alla comprensione e alla cultura delle nuove generazioni che hanno quasi chiuso col vernacolo, sinonimo di civiltà rurale ormai lontana e spesso aborrita e rinnegata.
Nella odierna società postindustriale, dominata dal terziario avanzato, dalle mode di massa e dal consumismo dilagante - così eloquentemente avverte il prof. Orioles - assistiamo con complice passività all'impoverimento del nostro orizzonte culturale, al disperdersi di quel patrimonio di esperienze e conoscenze che distingue, che deve distinguere il carotano dal reggino, il reggino dal casentino, il calabrese dal romano e via discorrendo, se no si vuole spianare la strada ad un irreversibile processo di omologazione culturale.
Di fronte a questo rischio di "estinzione naturale", dobbiamo guardare con sincera riconoscenza ed ammirazione a chi, come Egidio Mezzi, si è fatto benemerito esploratore e raccoglitore di testimonianze carotane, impegnandosi a strappare dall'oblio altrimenti inesorabile una ricca serie di documenti fatti oggetto di una encomiabile operazione di recupero e catalogazione.

A cura di Pietro Scarpelli


Proverbi
Amore, lavoro e povertà
nei canti popolari di Cirò

Quando le testimonianze storiche del passato antico e di quello più recente di Cirò appaiono all'occhio dell'osservatore imperscrutabili; quando all'incalzare delle domande, comandate dalla curiosità, si oppongono le pietre mute; il più delle volte decadenti ed umiliate dal logorio del tempo e dall'incuria e quando, ancora, vengono alla mente novelle remote, a mezza strada fra il racconto e la leggenda, offuscale e rese incerte dal ricordo popolare, allora ci si rivolge ed Egidio Mezzi, il professore Mezzi, giornalista pubblicista, poeta, studioso di storia locale ed insegnante da anni alla scuola media "L. Lilio". Attraverso le sue parole di persona mite e gentile si apre uno squarcio sul mondo passato, una dimensione nuova e sconosciuta e si scopre di apprezzarli, di volerli tutelati, rispettati e tramandati. Il prof. Mezzi, per anni, da solitario pioniere è andato alla ricerca del patrimonio culturale carotano, ne ha custodito i tesori, fatti di documenti dimenticati, testimonianze originali e, preservando, ha tramandato le radici delle nostre origini popolari nelle sue opere: Catanzaro e la sua provincia nel periodo risorgimentale; Fragalà; Cirò guida storica artistico - monumentale.
Proprio in questi giorni, poi, mentre già lavora ad altri due libri Cirò dotta e Frammenti di storia è uscito Cirò proverbi e canti popolari in cui il mondo contadino e paesano, arguto e vivace, la sua morale caustica ma sincera, appare delinearsi nelle parole trascritte in cirotano e poi tradotte. Le numerosissime sentenze, che costituiscono la poderosa lista del libro, raccolte dall'autore in vari anni, grazie al contributo dei viventi di questa ricca e variegata memoria culturale quali Leonardo Fustilla, Salvatore Cariati, Salvatore dell'Aquila, Nicodemo Giorno, e soprattutto Roberto Amantea, il sagace critico "Mastru Romu" costituiscono i frammenti ad incastro di un puzzle in cui si colgono le visioni popolari della vita. L'amore, l'amicizia, la fede, la morte, il lavoro la povertà e la ricchezza sono i temi su cui si sofferma la saggezza contadina ancora attuale; così tra i proverbi ed i motti si ritrova: "Chi desidera u malu e l'autri u soju è arretu a porta". Particolarmente esilarante è leggere tutta la serie dedicata alla imprecazioni, tipo "Ti vopijari nu nsurtu" o "Ti vo sucari a negghja e coppa". Si scoprono inoltre canti popolari del tutto ignoti, preghiere, strofette paesane e perfino indovinelli; e se oggi possiamo leggerle è grazie al professore Egidio Mezzi che ha riunito pazientemente quelli che erano ormai brandelli della nostra cultura e ce li ha restituiti in dono per farne tesoro… il nostro.


MARGHERITA ESPOSITO
Il Crotonese, 15 - 07 - 1997, N°54
CIRÓ NEL NOVECENTO
Cronaca e storia di un secolo
Ad agosto la presentazione della nuova opera di Egidio Mezzi "Cirò nel Novecento. Cronaca e storia"

CIRÓ MARINA - Nella prima settimana di agosto sarà presentato a Cirò il nuovo volume di Egidio Mezzi "Cirò nel Novecento. Cronaca e storia di un secolo" edito in questi giorni della edizioni Brenner di Cosenza con il patrocinio dell'Amministrazione comunale di Cirò. Con questa sua nuova pubblicazione, Mezzi, cultore di storia cirotano, conferma l'impostazione che è ormai una costante delle sue opere; che sull'organicità della trattazione, l'autore punta infatti nel volume ad illustrare, attraverso una serie di saggi, alcuni aspetti particolari della storia cirotana. Del resto, come lo stesso Mezzi ci conferma, "l'assenza di riferimenti storici concreti è tale da scoraggiare ogni tentativo di sintesi della storia di Cirò, le cui vicende attraverso i secoli, si ramificano e si scheggiano in mille frammenti, molti dei quali sono scomparsi senza lasciare traccia". Così, dopo aver cerca o di ricostruire con le precedenti opere il mosaico della storia cirotana dei secoli precedenti, con questa nuova opera Mezzi cerca di intrecciare i tasselli, o come lui stesso li definisce, i frammenti del secolo che sta per concludersi. E via via che ci si addentra nella lettura dei singoli "saggi" tale ricostruzione si presenta omogenea e in un certo senso anche completa sia nel corredo iconografico che dal punto di vista storico. Il lettore si trova davanti, per citare alcune parti del libro, la ricostruzione dei passaggi di proprietà dei palazzi gentilizi del centro storico, aspetti di vita quotidiana della Cirò dei primi anni del secolo e del paese in epoca fascista. Notizie in parte conosciute, ma in gran parte scoperte dall'autore, che nel volume pubblica anche alcune chicche. Come, per esempio, il testo autografo di Manlio Pignatari della commemorazione in onore di Luigi Siciliani in occasione dell'inaugurazione dal suo monumento a Cirò. oppure alcuni articoli, editi ma di cui si era ormai perduta memoria, del compianto Domenico Vitetti che per il quotidiano romano "Il Messaggero" ha ricostruito nel 1950 il famoso furto della statua di S. Cataldo, causa di contrasti tra le due comunità cirotane della costa e della collina. Un volume necessario questo di Mezzi, che colma alcune lacune della storia cirotana, ma che nello stesso tempo fa della narrazione storica anche un mezzo per guardare al futuro. Al futuro di una comunità oggi divisa amministrativamente in due Comuni. "L'augurio - conclude Mezzi il suo volume - è che, rifacendosi alle loro comuni radici storiche e alle loro tradizioni, possono divenire realtà comunale nella nuova provincia di Crotone".


ANSELMO TERMINELLI
 
Il Quotidiano, 25 - 09 - 2005
Pubblicata da Calabria Letteraria editrice l'ultima fatica dello studioso Egigio Mezzi
STORIE DI ANTICHI CASATI DI CIRO'
Alcune famiglie estinte. Altre non hanno più legami con il paese

"Cirò. Casati dominanti e famiglie subalterne dal XVI al XVIII secolo": è l'ultima pubblicazione di Egidio Mezzi, studioso di storia locale. Un docente in pensione che finora ha vissuto la sua esistenza al servizio delle giovani generazioni alle quali ha saputo trasmettere amore per la cultura e per la conoscenza e alla ricerca storica, che ha interessato soprattutto il suo 'borgo" natio (Ciro). Le opere che hanno preceduto l'ultima pubblicazione hanno, infatti, riguardato sempre Cirò: "La dotta Ciro ed i suoi figli, un saggio nel quale vengono individuati ed analizzati i personaggi noti e meno noti del paese natio dell'autore; "Storia di "una piccola patria" attraverso le fonti originali - Frammenti da Ciò", che è una raccolta di fonti storiche sul territorio del cirotano che sono state riportate dall'autore senza commenti; "Guida storica - artistica - monumentali", in questo libro l'interesse dello storico va oltre il Comune di Cirò, perché la sua ricerca ingloba anche Cirò MArina ("due paesi un'unica storia" Scrive nel sottotitolo Mezzi) "Cirò - Proverbi e canti popolari", è una raccolta di proverbi,modi di dire, canti e preghiere rigorosamente scritte nel dialetto cirotano; Cirò Nel Novecento - Cronaca e storia". Una serie di pubblicazioni, che dimostrano che Mezzi, non è un ricercatore dell'ultima ora, ma vanta una lunga e apprezzata esperienza. In "Ciro -Casati dominanti e famiglie subalterne dal XVI al XVIII secolo - Mezzi ha allargato la sua ricerca agli uomini che hanno fatto la storia del suo comune. Nell'andare a rispolverare carte, libri e documenti (i pochi sopravvissuti al fuoco e alle varie vicissitudini che hanno caratterizzato la vita di Cirò) che stimolano la curiosità, dello storico attento e voglioso di mettere alla luce ciò che la maggior parte delle persone ignorano. Mezzi ha fatto una grande scoperta e cioè che a fare la storia del suo paese sono state «personalità di rilievo appartenenti ad antichi casati», ma anche «numerose figure minori, dei ceti subalterni». Le fonti, come dice lo stesso Mezzi, sono state poche: le uniche di rilievo sono stati i registri parrocchiali della chiesa di Santa Maria de Plateis. La ricerca, quindi, potrebbe essere ulteriormente arricchita. Il testo non è stato composto con una semplice elencazione delle famiglie, perché i personaggi sono stati calati. nel contesto storico in cui vissero. Questa trovata rende la lettura più piacevole, anche se l'argomento storico tradizionalmente risulta più pesante per i non addetti ai lavori ed i non cultori della materia. Il libro consente ad alcune famiglie ancora residenti e viventi a Cirò di scoprire la propria storia; coloro, invece, che non trovano la storia dei propri avi, potranno scoprire che alcune famiglie che hanno fatto la storia di Cirò non hanno più legami con il paese. Alcune di queste si sono estinte e altre si sono trasferite. Il linguaggio è semplice ed è, quindi, facilmente comprensibile da tutti. IL volume, pubblicato da Calabria letteraria editrice.


g.m.